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L’ardesia è, adesso più che mai, il più valido materiale da copertura, grazie alla sua origine totalmente naturale e quindi alla sua assoluta ecocompatibilità.

Tra le molteplici qualità delle coperture in ardesia vi è innanzitutto, sotto il profilo estetico, l’indiscussa eleganza. A questa si sommano poi le peculiari caratteristiche chimico-fisiche delle coperture in ardesia, che determinano:

  • - perfetta impermeabilità
  • - pessima conducibilità
  • - antigelività.

L'ardesia assicura un’impressionante resistenza al tempo, che pare sfidare senza mai arrendersi, come mostrano le numerose coperture in ardesia vecchie di secoli sparse in tutta la Liguria.

Ardesia per tetti

L'ardesia per tetti, grazie al suo splendido ed irripetibile colore che varia dal nero all'antracite, e alla sua originale materia dalla resa "calda" e morbida specie nella versione a spacco, è elegante, classica e contemporanea allo stesso tempo, totalmente naturale e quindi ecocompatibile, insomma assolutamente unica.

L’ardesia è naturalmente impermeabile e antisdrucciolo: è quindi indicatissima per pavimenti e rivestimenti in esterni.

Diffusissimo a Genova, dove caratterizza marcatamente il panorama cittadino, il tetto triplo alla ligure è la copertura caratteristica dei palazzi più prestigiosi delle città rivierasche.
Il suo aspetto è ben diverso da quello delle ciappe rustiche tipiche dei paesini del Levante ligure e la posa richiede una procedura accurata.

Tecniche di posa in opera del tetto triplo alla ligure

La messa in opera della copertura tripla a ganci avviene dopo la posatura dei listelli, distanziati attraverso apposito regolo (“scarsetta”).
Partendo, come per gli altri tipi di tetto, dal registro più basso, cioè dalla “gronda”, con dimensioni diverse dagli altri abbadini, gli stessi vengono disposti in modo tale che ognuno di essi si sovrapponga per 2/3 all’abbadino del registro sottostante.
Procedendo in questa maniera si arriva ad avere una copertura in cui le stesse ardesie hanno una triplice sovrapposizione fra loro.
II gancio, opportunamente sagomato, viene inserito nello spazio fra un abbadino e l’altro e, di conseguenza, risulta coperto dall’abbadino del registro successivo.

In questa scheda viene presentato il tetto doppio alla ligure o anche chiamato con sovrapposizione doppia perché gli abbadini vengono disposti in modo tale che ognuno di essi si sovrapponga per metà all’abbadino del registro sottostante. Procedendo in questa maniera si arriva ad avere una copertura in cui le stesse ardesie hanno una duplice sovrapposizione fra loro.

Anche qui il gancio, sagomato, risulta coperto dall’abbadino del registro successivo.

In questa scheda viene presentato il tetto alla genovese, chiamato anche “copertura tripla in abbadini alla genovese”.
La messa in opera di tale copertura avviene mediante legamento con malta e cemento, interposto anche fra le lastre, sia che poggino su una falda costituita da tavolato in legno, che su una falda in volterrame armate.

Partendo dalla “gronda”, con dimensioni diverse dagli altri abbadini, gli stessi vengono disposti in modo tale che ognuno di essi si sovrapponga per due terzi all’abbadino del registro sottostante.

Procedendo in questa maniera si arriva ad avere una copertura in cui le stesse ardesie hanno una triplice sovrapposizione fra loro.

Per il tetto alla genovese è pure possibile il fissaggio delle lastre con chiodi zincati.

In questa scheda viene presentato il tetto alla piemontese o anche chiamato copertura di tipo Piemonte. La lastra di tipo “Piemonte”, particolarmente apprezzata e sempre più richiesta per via del suo gradevole disegno, si distingue dalle lastre a forma classica per essere scantonata su due angoli. La messa in opera della copertura per il tetto alla piemontese, doppia e a ganci, avviene dopo la posatura dei listelli, distanziati attraverso apposito reoglo (“scarsetta”).

Partendo come per gli altri tipi di tetto dal registro più basso, cioè dalla “gronda” che ha dimensioni diverse dalle altre lastre, le stesse vengono disposte in modo tale che ognuna di esse si sovrapponga per 1/2 alla lastra del registro sottostante.

Procedendo in questa maniera si arriva ad avere una copertura in cui le stesse ardesie hanno una duplice sovrapposizione fra loro.

Il gancio, opportunamente sagomato, viene inserito nello spazio fra una tegola e l’altra e, di conseguenza, risulta coperto dalla lastra del registro successivo.

In questa scheda viene presentato il tetto alla francese che si distingue dagli altri per la forma delle lastre disposte “a losanga”. Talvolta la forma dell’abbadino viene modificata in esagonale, pur restando immutato il disegno finale della copertura.

La messa in opera del tetto alla francese, di tipo doppio, può avvenire con chiodi zincati.

Partendo come per gli altri tipi di tetto dal registro basso, cioè dalla “gronda”, con dimensioni diverse dalle altre lastre, le stesse vengono disposte in modo tale che ognuna di esse si sovrapponga per 1/2 alla lastra del registro sottostante. Procedendo in questa maniera si arriva ad avere una copertura in cui le stesse ardesie hanno una duplice sovrapposizione fra loro.

In questa scheda viene presentato il tetto tranciato o anche chiamato copertura rustica montana. I suoi lati a vista presentano un disegno irregolare.

La copertura montana può essere a sovrapposizione doppia o tripla. Quest’ultima soluzione assicura una maggiore durata del tetto, ma può venire applicata solo nei casi in cui la struttura che regge la copertura risulti sufficientemente robusta, a causa dello spessore decisamente elevato rispetto agli altri tipi di abbadini. La messa in opera può avvenire con chiodi zincati ed eventualmente anche con malta.

La copertura a squame è utilizzata soprattutto per superfici curvecome le cupole di chiese o campanili.

La messa in opera, in questi casi, è necessariamente quella dei chiodi e/o letto di calce.

La realizzazione della copertura delle cupole avviene partendo dal basso con registri di ardesia che diminuiscono di dimensione man mano che si sale e diminuisce il diametro della cupola.

La messa in opera di ogni registro comporta inoltre la ratremazione verso l’alto delle singole lastre per consentirne l’affiancamento. Ne consegue che la copertura di una cupola sia operazione altamente impegnativa, che richiede l’impegno di operai formidabili.

La curvatura semicircolare nella parte inferiore della lastra facilita la disposizione sulla superficie curva.

Utilizzata storicamente per superfici curve, la copertura a squame viene applicata anche in epoche più recenti su tetti a superfice lineare.La messa in opera, in questi casi, può avvenire anche con ganci.

La copertura in ardesia a squame appare indicata ad esaltare le proporzioni di tetti di grandi ville o condomini dall’architettura rustica e caratteristica.

Le lastre a forma di squama richiedono un procedimento di lavorazione abbastanza complesso per la necessità di sagomare a semicerchio ognuna di esse nella parte inferiore.

Ogni tipo di copertura è naturalmente completato da alcuni elementi caratteristici che diventano componente omogenea del tetto.

L’elemento più vistoso è il camino, ovvero la parte esterna della canna fumaria, che oggi costituisce la razionalizzazione del manufatto storico.

Il camino risulta così costituito: su due mensole in ardesia, a forma di “U”, fissate nella parte in muratura sottostante, si appoggiano quattro lastre in verticale unite tra loro con chiodi o legamenti metallici.

All’interno di questa scatola, dove la muratura prosegue sino a circa la metà dell’altezza, si colloca una quinta lastra ardesiaca leggermente inclinata per consentire il deflusso delle acque.

Il tiraggio del camino è assicurato da quattro aperture laterali eseguite nella muratura sopra la quale è stata collocata la lastra orizzontale.

Sempre in lastre di ardesia viene realizzata l’unione tra la falda del tetto e la parte in muratura del camino, in modo da garantire l’ulteriore impermeabilizzazione al sottostante grembiule in piombo.

Con il termine “gronda” si intende specificatamente il primo registro di lastre verso il basso.

Queste sono normalmente di dimensioni maggiorate, misurando generalmente cm 60-70×90-100. Anche lo spessore è superiore. Tali caratteristiche assicurano maggiore stabilità della copertura contro gli agenti atmosferici.

L’estremo opposto della copertura è costituito dal colmo, in prossimità del quale avviene l’unione delle falde che devono essere coperte con un displuvio che può essere realizzato in ardesia o in coppi di terracotta.

Coppi per displuvio in ardesia

Il coppo per displuvio in ardesia viene ricavato da un massello di lunghezza variabile e viene fissato attraverso placche metalliche e chiodi zincati per assicurare l’impermeabilità.

Sotto il coppo in ardesia è buona norma inserire una lastra di piombo in modo da assicurare il collegamento impermeabile tra una falda e l’altra.

I coppi in cotto, invece, vengono disposti uno di seguito all’altro secondo la loro specifica inclinazione e vengono fissati attraverso malta di calce.

Mondialardesia realizza coperture in ardesia di colmi e gronde.

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